L’Università Agraria di Civitella Cesi

L’Università Agraria di Civitella Cesi è nata nel 1895 per effetto della Legge n. 397 del 4 agosto 1894 che riconosceva le precedenti associazioni agrarie come enti di diritto pubblico preposti alla gestione delle terre collettive e degli usi civici. Prima della costituzione del nuovo ente esisteva a Civitella Cesi una società di tipo corporativo denominata Università dei possidenti di bestiame.

I terreni passati in gestione all’Università Agraria derivano dai compensi dell’ affrancazione della tenuta Torlonia dagli usi civici esercitati dai civitellesi. In un primo momento è stata affrancata la servitù di pascolo (1855) e successivamente le servitù di semina, legntico e altri usi civici (1903).

La prima affrancazione ha trasferito alla popolazione circa 270 ettari (Monte Grosso, Piaggialta, Banditella e Comunaletto) e con la seconda si sono aggiunti al demanio civico altri 138 ettari (Reale) per un totale di oltre 400 ettari. Nei primi anni del Novecento gran parte di queste terre collettive sono state divise in quote e assegnate ai capi famiglia in enfiteusi ventinovennale (contratto di miglior coltura). Il possesso delle terre assegnate è stato legittimato ovvero trasformato in enfiteusi perpetua, solo per gran parte delle quote di Piaggialta, Banditella e Comunaletto con Ordinanza Commissariale 12 luglio 1935 (78 ettari) e ordinanza Commissariale 18 aprile 1959 (11 ettari). Non ono state legittimate le quote assegnate in vocabolo Reale.

Segue la descrizione più dettagliata delle due operazioni di affrancazione della tenuta Torlonia di Civitella Cesi con le relative note esplicative.

 

1) Affrancazione dell’ex-feudo di Civitella Cesi dalla servitù di pascolo (1850-1855)

Dal tempo della riforma amministrativa del cardinale Ercole Consalvi che nel 1816, tra l’altro, aboliva la feudalità nello Stato della Chiesa, Civitella Cesi aveva cessato di essere un feudo e sotto la denominazione di luogo baronale era stato aggregato amministrativamente al Comune di Bieda. Pertanto, da questo momento, le vicende delle affrancazioni del suo territorio dagli usi civici è giusto che siano trattate insieme a quelle delle terre biedane anche perché in quelle vicende  e nei relativi contenziosi interveniva sempre, pagando le spese legali, il Comune di Bieda in rappresentanza della comunità civitellese.

Alessandro Torlonia (1800-1886) secondo principe di Civitella Cesi, figlio di Giovanni Raimondo, in seguito alla Notificazione Pontificia del 1849, si era rivolto alla Delegazione Apostolica di Viterbo per affrancare il territorio dell’ex-feudo dalla servitù di pascolo spettante all’Università di Civitella Cesi. Dopo lunghe trattative tra il principe e il sindaco di Civitella Pietro Lopisi si arrivava all’accordo che, per l’affrancazione del solo diritto di pascolo, prevedeva la cessione ai  civitellesi di Monte Grosso e Piaggialta (insieme denominati Il Comunale) dell’estensione di rubbia 101 (= ettari 187 circa), della tenuta della Banditella di rubbia 40 (= ettari 74 circa) e del praticello del Comunaletto, del ristretto di Casa Cesi eccettuata l’enfiteusi Sabbini. (in tutto circa 270 ettari). Nell’accordo, approvato dal Consiglio Comunale della Comune Madre Bieda il 27 agosto 1854 con osservazioni e definitivamente nell’adunanza del 14 gennaio 1855, si stabiliva inoltre la rinuncia dei civitellesi al pascolo estivo su tutto il territorio, l’apposizione dei confini e il diritto di abbeveraggio al fosso e al Fontanile delle Tre Vasche. L’istrumento veniva stipulato il 18 gennaio 1855 e l’affrancazione diventava esecutiva il 1° ottobre dello stesso anno[1].

 

2) Affrancazione dell’ex-feudo di Civitella Cesi dalle servitù di semina, legnatico e altre (1890-1903)

In seguito alla Legge n. 5489 del 1888 il Comune di Bieda aveva pubblicato l’elenco delle servitù attive esistenti sopra i terreni di Bieda e di Civitella Cesi a favore delle rispettive popolazioni. Il principe Augusto Torlonia[2], il 9 ottore 1890 si opponeva all’elenco negando esitenza di quei diritti e citava il Comune di Bieda innanzi alla Giunta d’Arbitri. Aveva inizio una lunga causa tra Augusto Torlonia e …il Comune di Bieda nel nome e nell’interesse dell’appodiata frazione di Civitella Cesi e in persona del suo sindaco Sig. Angelo Alberti…[3]. Sull’entità dei diritti civici le parti giungevano ad una transazione in cui il Comune rinunciava a rivendicare la servitù di far prati. Il principe da parte sua riconosceva: 1) il diritto di semina – con la corrisposta di 3 sacchi di grano (hl 4,416 = q 3,53) per rubbio – sui quattro quarti aperti denominati Reali, Vaccareccia, Le Dinverse e Il Cavaliere col diritto dell’anticipo di un rubbio di seme (hl 2,944 = q 2,36) per ogni rubbio da seminare da restituirsi a raccolta nella misura di 20 staia (hl 3,68 = q 2,94); 2) il diritto di appagliare; 3) il pascolo dei buoi aratori e delle bestie da soma da esercitarsi nella Riserva confinante con il quarto a rompitura nella misura di 30 rubbia per ogni 100 seminati; il diritto di legnatico limitatamente alla legna secca e morta da ardere. Tuttavia non c’era accordo sulla misura dei terreni che il principe avrebbe dovuto cedere in compenso per l’affrancazione ma alla fine le parti tornarono a rivolgersi alla Giunta d’Arbitri con un concordato definitivo col quale il Auguto Torlonia cedeva e il Comune accettava per la popolazione della frazione un terreno distaccato dai quarti seminativi dei Reali, confinante con la proprietà della frazione (Monte Grosso), della superficie di rubbia 74,50 pari ad ettari 137.68.00. Il demanio collettivo di Civitella Cesi, sommando questo terreno a quelli già ottenuti per l’affrancazione della servitù di pascolo, ammontava a circa 415 ettari.

 

Queste notizie storiche sull’Università Agraria di Civitella Cesi sono tratte, con il consenso dell’autore, da alcuni scritti di Luciano Santella pubblicati sulla rivista “La Torretta”, periodico odella Biblioteca Comunale di Blera.

 

[1]    Archivio Comune di Blera. Affrancazione servitù civiche dei privati. Serie 5, Vol. -, fasc. 8/4. Affrancazione beni Torlonia in Civitella Cesi. In questo fascicolo è contenuta la copia dei Privilegi concessi da Federico Cesi primo Duca di Acquasparta agli abitanti di Civitella Cesi l’anno 1608 (7 marzo). Questi capitoli, esenzioni e privilegi, successivamente (1678) confermati dalla Illustrissima ed Eccellentissima donna Maria Eleonora Caffarelli Pallavicini, consistevano in un lungo elenco di diritti civici che i Cesi, per ripopolare i feudo, avevano concesso a tutti quelli che avessero dimorato stabilmente nel castello di Civitella. I civitellesi potevano: edificare casa e tagliare il legname necessario alla costruzione col solo pagamento di due capponi l’anno; fare vigne nei luoghi assegnati senza risposta per i primi sette anni e successivamente col pagamento del quinto del prodotto; fare canepine nei luoghi assegnati con la risposta del quarto; pascolare tre rubbia di terra con le bestie da soma per tutto l’anno nella bandita di Piaggialta; fare orti per uso di casa nei luoghi assegnati senza risposta; fare prati per falciare per uso proprio nei luoghi assegnati; fare pagliari pagando il quarto della produzione; usufruire del pascolo invernale a Montegrosso e Piaggialta; usufruire del pascolo estivo per bovi, vacche, cavalle e altre bestie dopo la raccolta del fieno e la partenza dei pecorari (che tornavano in montagna); entrare a rompere le terre assegnate a semina dall’otto marzo; pascolare nelle mezzagne fino a Natale. D’altra parte i civitellesi dovevano: pagare un quarto del raccolto e condurlo dentro il Castello; lavorare esclusivamente le terre di Civitella; tagliando la legna da ardere per casa astenersi dal taglio degli alberi fruttiferi; dimorare stabilmente a Civitella pena la perdita di tutti i diritti e il divieto di ritornare; macinare il grano esclusivamente nel mulino del principe.

[2]     Augusto Torlonia (1855-1926), 3° principe di Civitella Cesi, figlio di Giulio Torlonia e Teresa Chigi-Albani, aveva ereditato il principato da Alessandro, fratello di suo nonno Marino.

[3]    Archivio Comune di Blera. Affrancazione servitù civiche dei privati. Serie 5, Vol. -, fasc. 8/4. Affancazione beni Torlonia in Civitella Cesi. Le vicende della causa sono riassunte nella decisione finale della Giunta d’Arbitri del 28 maggio 1903, la cui copia conforme è inserita nel fascicolo sopra citato.

Ultimo aggiornamento

10 Giugno 2022, 17:04